In questo post
vado ad illustrare un intervento molto semplice, il cui progetto era strettamente legato
ai lavori che si dovevano eseguire, ma per la zona in cui sorge ha
comportato un iter burocratico particolare, che ne rende interessante il
racconto.
Siamo in un palazzetto medioevale del centro storico di Roma, in zona
piazza Navona, dove era necessario sostituire una porzione di copertura vetusta.
Le fasi di lavoro sono state molto
semplici: smontaggio delle tegole obsolete, rifacimento del manto
impermeabile, messa in opera di nuove tegole uguali a quelle rimosse.
In normali
contesti, un intervento del genere passerebbe inosservato e sarebbe succeduto ad una semplice
comunicazione di inizio lavori per manutenzione ordinaria. Ma nel centro
storico di Roma gli interventi esterni, seppur semplici, sono considerati di manutenzione
straordinaria e sono sottoposti al parere consultivo della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici
per il Comune di Roma.
Un così attento
controllo è evidentemente legato alla tutela di un patrimonio che deve
continuare a conservare lo stato dei luoghi giunto sino ad oggi. Dal 1980, infatti, il
centro storico di Roma è patrimonio dell’UNESCO e l’esatta perimetrazione è
inserita nel Piano Territoriale Paesistico Regionale, alla tav. B n°24, che
rimanda alla legge regionale per la tutela dei centri storici (del territorio
in generale) ed alle Città di Fondazione.
Tav. B n°24 del PTPR |
Legenda Tav. B |
Per un tecnico,
ciò significa che anche un banale intervento esterno è sempre soggetto
alla presentazione della SCIA, unita al parere consultivo della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per il Comune di Roma.
I lavori sono
stati eseguiti sulla base dello studio della copertura esistente, che, come ci
si aspettava, riprendeva lo schema della
tradizionale della copertura romana medioevale con struttura in legno, strato di mattoni e coppi con l’impermeabilizzazione.
Schema in sezione del tetto sostituito |
La SCIA è stata depositata
al municipio di riferimento ed una copia è stata presentata alla
Soprintendenza, che entro 30 giorni ha rilasciato il parere a mezzo di
raccomandata.